Oggi è Venerdì, 19 Apr 2024
Sei nella sezione :     Home Liturgia Liturgia XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) PDF Stampa E-mail
Scritto da CM   

Share

 

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Riflessione Vangelo XXIII Ordinario (C)

Video Vangelo: XXIII Domenica ordinario (C)

VANGELO (Lc 14,25-33)

 

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.

Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.

Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».


Parola del Signore

Commento di Don Andrea Lauriola

"Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?" Questa domanda svetta tra le altre nella prima lettura, tratta dal libro della Sapienza. Una domanda che può scoraggiare il desiderio di vivere "secondo la volontà di Dio". Se ciò che Dio vuole non si può conoscere, potrò mai metterlo in pratica? La Sapienza, cioè il Logos, il Verbo fatto carne è la svolta che ci permette di conformare il nostro pensiero al pensiero di Dio, di imparare ad amare Lui e, in Lui, ogni persona (padre, madre, moglie, figli, fratelli...). Sì, è vero, sembra riduttivo amare qualcuno "solo" per amore di Dio, e non perchè ci teniamo a quella persona. Sa un po' di sacrificio. Ma amare l'altro per Dio è garanzia di libertà e ci salva da atteggiamenti possessivi mascherati da amore. Così infatti Paolo che non si lega ad Onesimo ("...che mi sta tanto a cuore."), ma permette a lui e a Filemone di crescere in un rapporto che, grazie ad una fede libera, li aiuta a diventare fratelli, superando la logica "schiavo-padrone". "Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?" Preghiera ed amore disinteressato ci aiuteranno a mettere sempre più a fuoco la volontà di Dio. Buona domenica