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Messa Crismale – Omelia dell’Arcivescovo – mercoledì 12 aprile 2017 PDF Stampa E-mail
Scritto da CM   

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Messa Crismale

Omelia dell’Arcivescovo

Mercoledì 12 aprile 2017

Messa Crismale
(Cattedrale, 12 aprile 2017)

Sacerdoti carissimi!
1. Il mio primo saluto è rivolto anzitutto a voi, miei fratelli presbiteri, che oggi con me ricordate il giorno dell’Ordinazione sacerdotale. Lo Spirito del Signore quel giorno si è posato su di noi, e su di noi continua ad aleggiare, ‘come la rugiada benefica del mattino’. Lo sappiamo bene: noi siamo stati scelti non per meriti personali, ma da Dio, “con affetto di predilezione”.
Da qui prende corpo la nostra vita spirituale e il nostro impegno pastorale, che si dilata in tante iniziative, attraverso le quali sostenere la vita cristiana del nostro popolo.
Oggi è la nostra festa. Saluto tutti e ciascuno. Ringrazio anzitutto il Vicario generale don Stefano Mazzone per le sentite espressioni augurali che ci ha rivolto e per la sua solerte e generosa collaborazione. Ringrazio don Andrea Starace, Vicario generale emerito, per il buon esempio e l’incoraggiamento che mai ci fa mancare. E ringrazio tutti voi, carissimi fratelli nel sacerdozio, per l’operoso e provvido vostro ministero. A don Vittorio Ranieri e a don Giorgio Trotta, che quest’anno ricordano il 50° anniversario della loro ordinazione, gli auguri più cari impreziositi dalla nostra preghiera.
Il nostro saluto, carico di affetto, va anche a don Paolo Borgia, Assessore della Segreteria di Stato, fedele collaboratore di Papa Francesco.
E la preghiera e l’affetto non ci fanno dimenticare i confratelli anziani e malati, impediti ad essere qui. Siamo certi che essi sono spiritualmente partecipi con noi a questo evento di grazia.

2. Saluto anche i diaconi: i diaconi permanenti e i due diaconi prossimi al sacerdozio. Insieme a loro un saluto colmo di gioia e di speranza ai nostri bravi seminaristi. Grazie infine ai Religiosi, alle Religiose e alle persone consacrate, la cui testimonianza compone la variegata bellezza della nostra Chiesa. Un pensiero anche alle Monache clarisse cappuccine di san Giovanni Rotondo, che in questo momento si trovano raccolte in preghiere.
Consentitemi un saluto all’Azione Cattolica Diocesana, che nelle scorse settimane ha visto il rinnovo delle cariche associative. L’Azione Cattolica possa essere lievito in tutte le parrocchie per una formazione del laicato adeguata ai nostri tempi. Questa Cattedrale stasera accoglie anche rappresentanti di altre Associazioni, Confraternite, gruppi e movimenti per ringraziare il Signore del dono del sacerdozio e partecipare alla benedizione dei Santi Oli.
E’ così raffigurata, nell’unità attorno al Vescovo, la nostra Chiesa diocesana che si sforza ogni giorno di testimoniare la fede nel Signore Gesù sul Gargano, rendendo concreta la speranza di salvezza con una vita di generosa e umile carità.

3. Fratelli e Sorelle, siamo ormai in piena Visita Pastorale. Ancora in fase di rodaggio, certamente, ma già ben avviata. Cresca in tutte le parrocchie il fervore della preghiera e dell’impegno corale, affinché la Santa Visita non sia un semplice adempimento amministrativo, ma segni una reale svolta missionaria della nostra Chiesa.
Desidero ringraziare i parroci e le comunità che mi hanno accolto nei mesi scorsi. Ho riscontrato nei cuori di tutti l’anelito a vivere il Vangelo, per formare comunità di fratelli che sanno amarsi e perdonarsi, accogliendo e soccorrendo ogni umana speranza.
Noi sacerdoti, per primi, dovremmo imparare ad apprezzare questa nostra realtà, la Sposa amata: riuscire cioè a contemplare il volto bello di questa nostra Chiesa: donne e uomini che irradiano la santità di Dio.
E in questa Messa Crismale non possiamo non vedere la benedizione del Signore, l’olio di grazia e di letizia con cui egli segna le nostre comunità, la sua stirpe benedetta.

4. Miei Cari, la prima benedizione, simboleggiata dall’olio dei malati, è quella della preghiera.
Tra poco diremo: “Ascolta la preghiera della nostra fede perché quanti riceveranno l’unzione ottengano conforto nel corpo, nell’anima e nello spirito”.
Ogni giorno, ogni domenica, le nostre comunità si pongono in preghiera: nelle assemblee eucaristiche, nella liturgia delle ore, nell’ascolto della Parola, nella preghiera personale di tantissime persone, nelle chiese o per strada, nella solitudine della notte, nelle prove dure come anche nelle gioie della vita.
E’ davvero benedetta una comunità che prega, specie quando è guidata da un prete che prega. Quale testimonianza e sconosciuta irradiazione di bene! Se i preti mantengono un rapporto costante col Signore, siamo certi di avere una porta spalancata nel cuore di Dio e una luce meravigliosa per il faticoso cammino delle nostre Comunità.
Non è forse la Pasqua il definitivo abbraccio di Dio a questa nostra umanità, perché non perda memoria della bellezza della vita?

5. La seconda benedizione è quella della fraternità.
Il simbolo è l’olio dei catecumeni, dal quale chiediamo energia e vigore perché essi comprendano profondamente il Vangelo di Cristo e gustino la gioia di vivere nella sua Chiesa, di essere suo popolo.
La fraternità scaturisce dalla benedizione di Dio, assicurata dove due o tre sono riuniti nel suo nome. Il fatto di ritrovarci insieme, chi più spesso e chi solo ogni tanto, è dono grandioso. Pronunciare le stesse parole e cantare lo stesso canto. Condividere le gioie e i dolori delle famiglie, le emergenze, le crisi e gli eventi felici… L’olio del Signore unifica, ammorbidisce le asperità, crea fraternità e comunione e ci segna tutti dello stesso profumo.
Così anche il nostro cercare di camminare insieme come preti; il nostro essere qui adesso, sentendoci in comunione, in amicizia, stando gli uni accanto agli altri. Che bella testimonianza emerge, carissimi sacerdoti, quando manifestiamo affetto e disponibilità reciproca, tra noi e col Vescovo. Consentitemi di ringraziare fin d’ora quei confratelli che in questi mesi saranno chiamati a pronunciare ancora il proprio SI alla volontà del Signore, che proporrà loro un nuovo ufficio o un trasferimento. Mi ha edificato e commosso un Confratello al quale stavo proponendo il trasferimento ad un’altra parrocchia. Non mi ha fatto terminare le motivazioni di questa proposta. Mi ha subito risposto: “Eccellenza, mi fido di lei. Affidandomi alla decisione del Vescovo sono sicuro di stare nella volontà di Dio”. Grazie, davvero, a chi è capace di tanto fiducioso abbandono!

6. La terza benedizione potrebbe essere quella della gratuità.
Dice la preghiera sul crisma: “questa unzione li penetri e li santifichi perché, liberati dalla nativa corruzione e consacrati tempio della tua gloria, spandano il profumo di una vita santa”.
Quanta vita delle nostre comunità si regge sul gratuito: le mense dei poveri, l’accoglienza degli immigrati, Casa Speranza, la Casa della Carità, quanti servizi, quanta disponibilità, quante competenze, ma anche tempo, mano d’opera, volontariato e tante attenzioni. Offerte di cose importanti ma anche di tante piccole cose gradite e utili, segno di benevolenza e di generosità disinteressata.
Contempliamo questa stirpe benedetta costituita da tanti catechisti, animatori, lettori, ministri straordinari dell’eucaristia, cantori e collaboratori.
E ripensiamo anche alla generosità di tanti sacerdoti nel ministero: non si bada agli orari, alle energie spese. Un olio di benedizione ricompensa i cuori, li rende luminosi, sereni e grati, contenti di spendersi per la santa Chiesa di Dio.

7. Carissimi Sacerdoti, guardiamo alla bellezza delle comunità che il Signore ci ha affidato e, quindi, decisamente, alla grazia del nostro ministero; nonostante tutto, siamo davvero fortunati, noi stessi benedetti, se sappiamo ancora stupirci di fronte a tanto bene che il Signore ha posto nelle nostre mani spesso maldestre, spesso impacciate e a volte frenetiche.
Fortunati gli occhi di quei presbiteri che sanno contemplare la benedetta stirpe del Signore: non certo per adagiarsi o stare a guardare, ma per riprendere fiducia, tornare a sentirsi benedetti, non smettere mai di credere all’opera del Pastore grande delle pecore.
E voi, carissimi fedeli, ringraziate il Signore per i nostri sacerdoti e pregate per loro che diventino sempre più modelli per il gregge. E pregate anche per me, che ora ne ho proprio bisogno.
La Vergine Maria, madre dei sacerdoti, conceda a noi, partecipi dell’unzione del suo Figlio Gesù, di essere nel mondo gioiosi testimoni della sua opera di salvezza!
Buona Pasqua a tutti.