Campo-lavoro in Albania - 2014 Stampa
Scritto da CM   

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“ Il Signore vi chiama a seguirlo nella sua Chiesa e ad essere Missionari! “

Papa  Francesco


Sollecitati da Papa Francesco e fedeli al proprio Carisma, le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo , hanno vissuto di un  Campo-lavoro in Albania, organizzato dal proprio Segretariato delle Missioni A.S.C.  -dal 12 al 22 luglio 2014 -  coinvolgendo nell’esperienza , giovani di varie parti d’ Italia.

Testimonianze

 

“Il Signore vi chiama a seguirlo nella Sua chiesa e ad essere Missionari” Francesco

E’ la frase stampata sulla T-shirt che hanno indossato i giovani del Campo – lavoro in Albania organizzato dal Segretariato delle Missioni A.S.C.

Sono convinta che quando Papa Francesco l’ha pronunciata rivolgendosi ai giovani , sapeva bene che non era una semplice frase, ma un programma di vita per “ chi ha orecchi da intendere”.

Il Signore “ chiama”, la chiamata è vocazione e la vocazione non richiede solo obbedienza, è un cammino ed implica un cambiamento.

Il Signore chiama e da’ sempre la certezza . “ Non temere! Io sono con te” L’ha ripetuto in ogni chiamata nella Storia della Salvezza: ad Abramo, a Mosè , a Geremia, a Isaia, a Maria…ad ogni partecipante al Campo-lavoro.

La chiamata è vocazione e la vocazione diventa necessariamente Missione, servizio.

“ In fretta”, come Maria , con sollecitudine e desiderio di servizio, ogni giovane ha donato il meglio di sé. Il Signore è stato vicino ed ha fatto svanire ogni timore; ha operato cambiamenti ed ha abbondato in misericordia con tutti.

Allora ti rendi conto che il Gesù che tu incontri non è quello che pensavi. Lui ti chiede di saperlo riconoscere nei piccoli, nel diverso, nel malato, nel povero, nell’anziano, nello straniero … e in quell’ incontro ti dona il “ centuplo quaggiù” …e il sapore e la nostalgia della Vita Eterna.

Sr Rosalba A.S.C.

Dalla “ Terra delle aquile “….

Sabato 12 luglio, ore 9.30, terminal del porto di Durazzo: all’orizzonte iniziano a spuntare, uno alla volta, come formichine indaffarate, i partecipanti del campo lavoro in Albania.

Anche se stanchi del viaggio, essi sembrano non curanti della fatica sostenuta. I loro volti sono ricchi di gioia e di entusiasmo.

Alcuni di loro si conoscono da neanche 24 ore, ma il risultato è già sorprendente: sono una comunità di amici!

Coinvolgono con la loro immediatezza e freschezza tutti e per noi asc di Albania è facile sentirci già dai primi istanti parte del gruppo.

Ecco, sono tutti sbarcati, siamo pronti per ripartire, destinazione Mamuras, dove questi 15 giovani, capitanati dall’abile capomastro Pio Cappucci daranno vita ad una vero e proprio cantiere.

Liberi di vivere vacanze alternative all’insegna della solidarietà, della fatica e del lavoro; liberi di “mettersi in gioco” sperimentando lavori manuali mai svolti prima; liberi di confrontarsi con una terra straniera, così vicina all’Italia e così poco conosciuta; liberi di far cadere pregiudizi e di allargare il cuore all’amicizia; liberi di scherzare, ridere, giocare... “Liberi per servire”, insomma, così come recita il motto che li guida e che cercano di mettere in pratica in ogni modo.

Ed è proprio in questo clima di libertà che il cantiere prende forma.

Ci si alza al mattino presto per dare il saluto “all’Ingegnere Capo”, il buon Dio, che colora di meravigia e stupore tutti i nostri giorni.

Si prosegue con una rapida colazione, per non far tardi a lavoro.

Righe, matite, filo a piombo, secchi, pennelli, rulli, carta vetrata, spatole, pittura traspirante e vernice... gran parte del materiale utilizzato per trasformare delle stanze, in aule pulite e accoglienti e per scrivere, gratuitamente e con il sudore della fronte, un pezzo di storia d’amore e di solidarietà.

Alle 12.30 l’agognata e meritata pausa pranzo. Mezz’ora per riprendere fiato e rifocillarsi un pò, consumando un pasto frugale come dei veri e propri manovali e poi... pronti per ripartire!

Il cantiere viene chiuso ogni giorno intorno alle 16.30, ma le attività di questi giovani non terminano semplicemente qui.

Dopo una rapida doccia rilassante e rinfrescante ed un breve tempo di siesta, suor Rosalba Facecchia , “direttore di cantiere” e le sue “strette collaboratrici” suor Maria Rosa Feretti e suor Piera Romano, insieme al “geometra costruttore” don Bruno Sperandini sono ancora all’opera con il gruppo per dare significato ad ogni attimo di vita vissuta insieme. Vogliono tentare di trasformare ogni accadimento in esperienza, ossia ogni avvenimento in qualcosa di prezioso che possa avere in sè la scintilla dell’Eterno e così essere “ri-cordato” per sempre. Da veri professionisti, folli e imprevedibili come l’Artista Crocifisso che hanno scelto di seguire, offrono spazi meditativi e liturgici mozzafiato. I ragazzi hanno avuto così l’opportunità di fare sintesi, rileggendo le emozioni e le ricche esperienze di vita e di “cantiere” alla luce di quell’ “Acqua viva” che estingue ogni nostra “sete”.

Grazie cari ragazzi per averci rammentato che occorre fare prima esperienza di liberazione per poter essere persone liberanti, grazie per la vostra disponibilità, generosità, audacia; grazia per la vostra condivisione e per la vostra fatica, grazie per le vostre animazioni originali e coinvolgenti. Grazie per essere venuti a trovarci e per aver condiviso un pezzettino di cammino insieme a noi. Un grazie speciale a te Pio, per il coordinamento dei lavori e perchè hai speso le tue ferie a nostro servizio. Grazie per averci donato la tua maestria e la tua saggezza di vita, grazie perchè hai portato con te Tonino, tuo fratello, che ci ha donato attimi di “Cielo” ; egli nella sua disarmante semplicità ci ha insegnato concretamente l’arte del “chiedere scusa” e dell’ “amicizia”.

“Buona strada” allora ragazzi. Sentiteci compagne di cammino... anche se oltremare!

Suor Manuela

Una realtà nuova ai miei occhi….

"Sono Rebecca, ho 18 anni e vengo da Jesi. Quest'anno ho avuto la possibilità di partecipare ad un campo-lavoro in Albania dall'11 al 22 Luglio; esso consisteva nel rinfrescare e risistemare delle aule dove vengono accolti bambini per il doposcuola e per altri momenti formativi e,nel pomeriggio, ci dedicavamo alla meditazione e alla riflessione riguardo vari aspetti della nostra vita.

E' stata un'esperienza bellissima che mi ha regalato forti emozioni e mi ha permesso di conoscere e stringere amicizia con persone di vero cuore.

Ho imparato a non avere pregiudizi nei confronti delle altre popolazioni, ad apprezzare di più tutto ciò che possiedo, senza dare nulla per scontato e a vivere in semplicità e libertà.

Ho condiviso questa mia esperienza con ragazzi di età differente con i quali ho legato fin dal primo giorno che ci siamo visti e ci siamo divertiti molto nelle varie attività quotidiane.

Se fosse per me ripartire immediatamente, perché il campo mi ha aiutato a crescere come persona, mi ha fatto avvicinare di più a Dio e mi ha fatto scoprire una realtà del tutto nuova ai miei occhi."

Melelli Rebecca

Crescere…..

Per me questo campo-lavoro è significato molto. Nel vedere altre realtà ho scoperto cose di cui prima sentivo solo parlare, nell'andare in un paese straniero ho capito come ci possano essere linguaggi e segni più forti delle parole: gli abbracci, i sorrisi... Penso che sia stata un'ottima esperienza e, come tutte le esperienze che portano a qualcosa, ha prodotto in me una crescita, della quale sono consapevole, di umanità e di sensibilità. Mi auguro di poterla rifare presto.

Matteo Caputo

''Metti in circolo il tuo amore'':

è questo il titolo che posso dare all'intera esperienza in Albania della quale inizialmente ero un po' scettica, poi però si è rivelata senza dubbio una delle esperienze più belle mai fatte e sicuramente da ripetersi! L'ambiente che ci ha accolto era piuttosto singolare, l'intero villaggio era caratterizzato dalla povertà, nonostante ciò una calorosa accoglienza nella casa delle adoratrici del sangue di cristo ci ha tranquillizzato. Gli orari di lavoro e il lavoro stesso erano proporzionati con le nostre possibilità e competenze, ben organizzati e controllati. I ragazzi con i quali ho condiviso quest'avventura sono stati molto simpatici e disponibili e avevano un carattere particolarmente compatibile al mio, infatti si è formato un gruppo solido e compatto in pochi giorni!!! Spero di poter ancora vivere altri simili meravigliosi viaggi!!!

Marianna Bisceglia

Grazie!

In questo anno ho deciso di fare un’esperienza diversa dalle solite vacanze estive. Personalmente avevo il desiderio di “vivere” un’esperienza mai fatta prima, cioè quella del campo-lavoro.

Il campo-lavoro che si è appena concluso martedì 22/07/2014, è durato 10 giorni e si è svolto in Albania, a Mamurras dove il gruppo di noi giovani ha potuto vivere in prima persona questa straordinaria esperienza, sia nella maggior parte del tempo nella casa delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo sia proprio nnelle città vicine.

Le nostre giornate erano ben scandite da momenti di preghiera, dal lavoro che consisteva nel pitturare finestre e tinteggiare le stanze, da celebrazioni di Messe, Catechesi e animazione fatta a piccoli gruppi dopocena.

Con il Campo-lavoro ci è stata data anche l’opportunità di fare animazione con i bambini albanesi, l’accoglienza che ci hanno fatta sentire è stata veramente calorosa.

Ho provato una bellissima sensazione, già dai primi giorni ci sono venuti subito incontro ad abbracciare, erano incuriositi, sembrava che ci conoscessero da una vita.

Pur non conoscendo la lingua, il nostro gruppo è riuscito ad entrare in poco tempo in empatia con loro, grazie anche ai fantastici e straordinari educatori albanesi e le suore che ci facevano da traduttori, veramente in maniera egregia.

Da questo campo torno molto arricchita sia spiritualmente sia con un bagaglio culturale diverso da quello italiano.Ho potuto sperimentarein diversi momenti la povertà che ancora caratterizza il popolo albanese, ma se ogni essere umano potesse donare anche soltanto un po’ del proprio tempo per questa popolazione ed anche per altre, si migliorerebbero tante situazioni.

Un grazie di cuore a tutti, ai miei compagni, alle suore albanesi e italiane che ci hanno sostenuto in questa fantastica e profonda esperienza, a don Bruno che con la sua semplicità e simpatia ci ha potuto far assaporare le omelie e le catechesi con semplicità di cuore e con l’ispirazione del Signore che accompagna ognuno di noi.

Maria Cingolani

Liberi per servire…

Liberi per servire questo il tema del campo lavoro organizzato dal Segretariato per le missioni delle A.S.C. In questo periodo storico parlare di servizio a dei giovani che vengono continuamente bombardati dai mass media sembra quasi anacronistico e ancora di più lo è il tema del campo “Liberi per servire” un servo non è mai libero, sempre dipende da colui che serve.

Penso sia allora doveroso recuperare l’accezione greca del termine: il servo è colui che è degno della fiducia, quindi capace di svolgere mansioni importanti ; è quale missione è più importante di tenera viva, in una terra così bagnata dal sangue di diversi martiri, privata anche della dignità personale, l’amore di un Dio che ci ha amato letteralmente fino al Sangue, e che ha ridato dignità ad ogni creatura grazie all’offerta del suo SANGUE. Questo è ciò che ancora mi risuona nell’anima e nel Cuore, dopo aver accompagnato questi 14 giovani in Albania, la bellezza di essere presenza dell’amore di Dio, in quella terra, e di fare come la Samaritana al Pozzo (Gv 4 1-30 questa l’icona biblica che ha accompagnato il campo) lasciare l’anfora al pozzo (Gv 4,28) l’anfora dei nostri pregiudizi, del nostro passato ferito (proprio come la samaritana), per andare in città, la città, non solo quella di Sicar, ma la nostra dove abitiamo, dove ci conoscono e “mettere in circolo l’amore” come dice Ligabue, (che con la sua famosa canzone ha accompagnato il nostro incontro con Lui al pozzo) …come quando dici perché no… perché no ad amare, perché no conoscere l’amore di Dio che ci chiama, perché no ad… essere liberi per servire!!!

d. Bruno Sperandini

Il mio pensiero sull'esperienza in Albania...2014

"Vivere questa esperienza in Albania mi ha mostrato le mille sfaccettature della vita, del mondo, della gente. Ho vissuto insieme a persone che non conoscevo e che giorno per giorno ho imparato ad apprezzare, ognuna per i suoi pregi e per i suoi difetti. L'incontro con gli albanesi, dialogare con loro, sentire le loro testimonianze, passeggiare per le vie del loro Paese mi ha fatto capire il grande dolore che quella gente ha per anni dovuto sopportare e la povertà che ancora oggi affligge tutto il Paese, ma anche la grande speranza che hanno di voler rinascere ed iniziare una nuova storia. Ho imparato cosa significa dare tutto se stessi per gli altri, sia impegnandosi per pitturare una parete, sia cercando di far divertire bambini più sfortunati di me, cercando di donar loro alcuni minuti di spensieratezza. Tenere per mano un bimbo affetto da una malattia ossea che lo costringe a letto, mi ha fatto capire che devo mettermi in gioco, che quei bambini hanno bisogno di qualcuno che gli stia accanto, di qualcuno che non gli lasci soli, di qualcuno che li sappia amare per quello che sono e non per quello che non sono, ma soprattutto mi ha fatto capire che la nostra vita è un dono, che non ha senso se spesa inutilmente. "

Antonio Pisanello

Si parte….

Si parte, ciascuno dalla propria città, ricchi di aspettative e pieni di "ricchezze" da regalare, ma ci si ritrova a tornare con un bagaglio ancora più grande di quello che si è portato con sè all'andata. Non mi riferisco alle nostre valigie imbottite di souvenir o gadget vari, ma al cuore di ciascuno di noi. Il cuore trabocca dei visi sorridenti di ragazzi disabili e indesiderati, degli sguardi luminosi di bambini abbandonati, delle  voci ricche di messaggi di ragazzi che da poco si sono convertiti al Vangelo, degli odori impregnati di vita di donne che lavorano per regalare un futuro dignitoso ai figli, delle strette di mano e abbracci tra amici nuovi e ritrovati. Tutto ciò gonfia  il cuore d'amore così tanto da farti male nel petto.Così, se vuoi riportare tutto questo a casa con te, devi imparare a fare spazio: dentro di te per accoglire Cristo, accanto a te per accogliere l'altro. Devi imparare a  liberarti della polvere, delle zavorre, ad abbandonare, come la Samaritana al pozzo, le anfore superflue e inutili  e scegliere di nuovo di servire il Signore, il prossimo, il più piccolo, con maggiore vigore e crescente convinzione. Devi imparare a guardare con gli occhi di Dio e affidarti a Lui.
Questo è quanto ricordo dell'esperienza vissuta a Mamurras nel campo lavoro:  ciò che ho trovato e mi hanno donato, non quel troppo poco di mio che ho potuto lasciare là.

Antonella Maggiori

Rabbuni!

Prima di partire per l'Albania il mio intento era quello di trovare qualcosa in più per arricchire la mia fede. Inizialmente ero molto scettico perché davo per scontato che si dovesse solo lavorare. Mai giudicare all'inizio, infatti mi sono ricreduto.

Ho vissuto dei momenti indimenticabili con gente fantastica che non conoscevo nemmeno. L'obiettivo principale era quello di incontrare Gesù. Per me è molto faticoso perchè vivo in una società presa dalla distrazione del Rock and Roal. Allora ho associato al piacere, tipo quello di viaggiare, che amo tanto, anche la voglia di cercare Gesù. Essere dei tramiti per un sorriso per chi soffre, per chi non è stato fortunato come noi continua ad accompagnare il percorso della mia vita; cercare Gesù nei disabili essendo per alcuni gambe, braccia, occhi, mente mi fanno apprezzare i piccoli ed umili gesti fatti con il Cuore.

In questo viaggio di vita mi è stata vicina, come sempre, Maria: "La mammina nostra". Maria è stata colei che mi ha aperto gli occhi e mi ha portato, con dolcezza, come fa una mamma, a conoscere Suo figlio. Quando sono triste, quando non sto bene, quando tutto ciò che mi circonda mi fa stare male, volgo il mio sguardo a Lei e come un "Ghiacciolo al sole" mi sciolgo estasiato dal Suo amore.

Cosa ho imparato? Ad apprezzare il poco che basta a farmi essere felice con me stesso e donarlo agli altri nei miei difetti e pregi.

Sono tanto triste perché è tutto finito, ognuno di noi è tornato alle proprie abitudini di sempre. Ma è questo quello che vuole il Signore: essere Missionari, non solo in Albania, ma nella vita di tutti i giorni.

Voglio concludere con un passo del Vangelo che mi ha colpito durante il campo-lavoro:

"Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» Ella, pensando che fosse l'ortolano, gli disse: «Signore, se tu l'hai portato via, dimmi dove l'hai deposto, e io lo prenderò».

Gesù le disse: «Maria!» Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: «Rabbunì!»"

Questo passo del Vangelo, ha suscitato nel mio cuore il desiderio, come alla Maddalena, di essere chiamato: "COSTANZO" e rispondere: "RABBUNI'"!

Grazie di cuore a tutti per questa esperienza di vita!

Costanzo Latiano

Signore, cosa vuoi da me?

Iniziai a camminare, ero dietro a tutti gli altri, presi di nascosto l’anfora e iniziai a sentire qualcosa dentro, una sensazione di pace e di gioia al solo pensiero di ciò che mi aspettava! Mi feci strada tra gli altri componenti del gruppo, e su di me sentivo i loro occhi incuriositi, così mi avvicinai al pozzo e aspettai il mio turno per parlare. In quel preciso istante io ero la Samaritana, ma il pensiero che mi martellava la testa era quello di dover, una volta tratto insegnamento dalla parabola, poggiare a terra la mia anfora e cercare di capire cosa voleva realmente il Signore da me.

Bhè che dire, quello è stato uno tra i momenti più belli, il sole scendeva, l’aria era fresca e si stava veramente bene. Ritorno a casa con una nostalgia nuova; nella mia mente vorticano ancora le parole, i sorrisi, i mille applausi, i baci, gli abbracci e tutto l’amore che le persone intorno a me mi hanno saputo dare! Ritorno alla quotidianità con uno sguardo nuovo e vigile sopra di me, uno sguardo che mi segue ovunque e che mi fa star bene! Consiglierei a tutti quelli che amano rendersi utili e che hanno una gran voglia di scoprire le piccole realtà del mondo, di attrezzarsi di coraggio e di partire quando capita l’occasione. Non è stato solo un campo-lavoro, è stato anche un ritiro spirituale e interiore, e non c’è niente di meglio quando ti sembra che la tua vita stia prendendo una strada che non hai mai voluto percorrere!

Federica Marinari